Dentro la boccia – INSTALLAZIONE

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È la ruota che gira e non la fermi. È la bolla che si gonfia, ma non esplode. È quando ti svegli e sai già cosa aspettarti. È il finale scontato senza la magia dell’inizio. È quando ti accorgi di non averne voglia. È quando non trovi l’uscita del parcheggio e rimani lì con la macchina spenta. È quando “è così” e te lo fai andare bene. È il serpente che si morde la coda e non contento se la mangia pure. È l’orologio fermo, il mare senza onde, il vino cattivo che non finisce mai. È il cerchio che si è chiuso da troppo tempo.
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Così comincia la storia del protagonista della mia installazione. Il PESCE ROSSO che gira e gira dentro la boccia di vetro, annoiato da questa vita in cui tutto è sempre uguale, stufo di quel vetro che lo separa da un mondo così pieno, deluso dalla trasparenza di quell’acqua che, così tranquilla, l’aveva tratto in inganno. Quel PESCE ROSSO sono io, un po’ di tempo fa, e lo sono anche tutti quelli che, scontenti della loro quotidianità, continuano a girare sempre sugli stessi binari e non fanno niente per cambiarla.

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Sopra la seconda colonna giace un binocolo, lo strumento giusto per accertarsi, guardando fuori dalla finestra, che il pesce sia davvero là fuori in mezzo alle case, alle montagne e alle persone che non immaginava nemmeno avrebbe incontrato. Che il pesce sia davvero là, e possa sognare. Ancora. E che per questo sia felice.

E questo mio presente non è altro che il tuo possibile futuro, spettatore.

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E poi… e poi un giorno trovi le ali, così un po’ per caso, un po’ perché le cercavi da tanto tempo, ma non sapevi più dove le avevi lasciate. Ritrovi le ali che avevi perso e la tua bolla d’acqua ti sembra improvvisamente stretta e vuota, ti pare piccola e chiusa, è trasparente e puoi vedere fuori quello che succede, ma non puoi farne parte. E ora con le ali al posto delle pinne puoi toccare la possibilità, puoi percepire il cambiamento. È per questo che quando trovi le ali poi trovi anche la forza per uscire, il coraggio per andartene da qualcosa che non ti va bene, che sia un luogo o una città, che sia una relazione o una casa, quando trovi quella forza e decidi di usarla, è lì che hai vinto. È lì in quel momento che ricominci. E quando sarai là fuori, almeno per un po’, la tua quotidianità non sarà più da ribellione. La tua quotidianità sarà eccezionale nella sua ordinarietà.

In the atelier, Installation