Performance – Abuso di rispetto

DESCRIZIONE DELLA PERFORMANCE – Alex Balducci

foto_086

Abuso di Rispetto

Qual’è il tempo massimo che si può dedicare a un cliente? Un commesso deve dedicare tut- ta l’attenzione ai clienti, ma a volte capita che i clienti se ne approfittino. Io ho deciso di esa- minare da vicino gli abusi che ogni giorno noi, clienti, compiamo nei confronti dei commessi (e per estensione anche ad altri clienti), molto spes- so a nostra insaputa. Il gesto di performance è il comportamento volutamente ‘perditempo’ che ho adottato pagando alla cassa del supermercato.

Ho fatto diversi tentativi di performance, in ognu- no dei quali – con espedienti diversi – ho cercato di abusare del tempo del cassiere, commerciante o receptionista che mi stava servendo. Non de- scrivo nei dettagli ogni risultato, ma voglio men- zionare come la maggior parte delle volte sono stato trattato con molto rispetto e pazienza, an- che se non sempre con gentilezza, a conferma del fatto che il cliente è comunque colui che detiene il potere maggiore e il limite di questo potere è molto sottile, indipendentemente dai contesti. Le mie performance sono state tutte atte a sco- prire questo limite e registrare con un microfono l’accaduto.

Sono stato ‘cliente perditempo’ in diversi orari della giornata e in diversi esercizi, tra cui un al- bergo di alto livello, diversi supermercati di di- versi gradi e un mercato di salumi. Ho ritenuto che un risultato attendibile sarebbe derivato solo facendo dei confronti.

Vado a descrivere il tentativo in cui sono riuscito nel mio intento:
Tutto si è svolto nel supermercato Eurospar in via Museo, supermercato centralissimo e fre- quentatissimo. Alle 11 e mezza di mattina, con la mia amica Chiara – adeguatamente istruita a se- guire un copione da ‘perditempo’ – sono andato a comprare diverse cose per una cena che avrei dovuto organizzare nei giorni successivi.

In realtà, quando è arrivato il momento di paga- re, non abbiamo seguito il ‘copione’, ma il caso e l’improvvisazione ci hanno portati a essere in- decisi sul metodo di pagamento, sugli articoli da pagare e come spartirceli, cominciando da subito a perdere tempo. Al momento di pagare quindi la cassiera non ha potuto fare a meno che aspetta- re, sicchè aveva appena chiuso la sua cassa e non c’erano clienti dietro di noi che potessero lamen- tarsi della nostra lentezza.

Dopo alcuni minuti che io e Chiara continuava- mo a cercare di chiarirci su chi dovesse pagare, la cassiera ci ha detto che stava lavorando quando sarebbe dovuta essere in pausa. Lo ha detto in modo gentile, proprio perchè una cassiera non può rivolgersi maleducatamente a dei clienti.

Così facendo aveva scoperto quel limite che an- davo cercando, e poichè il mio obiettivo era stato raggiunto non mi sono voluto spingere oltre, ed ho deciso di concludere la performance e pagare tutto col bancomat. Andare oltre sarebbe stato ingiusto, come è ingiusto l’abuso di potere in tutte le sue forme, e non avevo nè intenzione nè bisogno di raccontare la maleducazione, la rab- bia o la rassegnazione delle vittime dell’abuso di potere all’interno della mia performance. In rap- porto a quello che voglio comunicare, ero soddi- sfatissimo: ogni cliente ha un potere rispetto al commesso e ne abusa, molto spesso senza accor- gersene.

La presentazione di questa performance è trami- te un supporto audiovisivo: l’audio è la registra- zione del dialogo che ha rivelato il punto limite fino al quale io come cliente ho potuto spinger- mi, mentre le immagini nel video sono di suppor- to (la performance è stata solo audioregistrata) e devono suggerire l’impotenza della commessa di concludere e ‘scappare’.

In questo modo lo spettatore sperimenta il ruolo di ‘vittima’ e riflette su come invece molto spesso sia (forse anche inconsciamente) l’autore di que- sto genere di abuso quotidiano.

Performance